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Supplemento di calcio e rischio di infarto del miocardio

Alcuni studi osservazionali suggeriscono che supplementi di calcio possano proteggere dalle malattie cardiovascolari, ma alcuni studi di intervento depongono invece per un potenziale rischio. L'uso del calcio è molto diffuso nelle donne in menopausa nel tentativo di combattere l'osteoporosi e diventa quindi di rilevante importanza conoscere se esso rappresenti o meno un fattore di rischio cardiovascolare. A questo interrogativo cerca di rispondere la meta-analisi di Bolland che ha preso in considerazione 15 studi randomizzati in cui il calcio era somministrato ad una dose maggiore o uguale a 500 mg al giorno con o senza vitamina D. Non sono stati inclusi nella meta-analisi quegli studi in cui la vitamina D veniva somministrata nel gruppo attivo, ma non nel gruppo di controllo, per eliminare un fattore confondente rappresentato dalla sola vitamina D che è da alcuni annoverata fra i possibili fattori protettivi nei riguardi dell'aterosclerosi. I risultati della meta-analisi sono piuttosto chiari e depongono per un aumento di circa il 30% del rischio di infarto del miocardio nei soggetti che assumono calcio, con una probabilità che tende ad essere più alta in coloro che ne assumono quantità maggiori. L'aumento del rischio cardiovascolare è modesto, ma è pure modesto il beneficio del supplemento di calcio nel ridurre la più temibile delle complicanze dell'osteoporosi e cioè la frattura di femore (circa il 10%). Forse è il momento di ripensare all'uso del calcio, soprattutto senza vitamina D, nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi.

 

Effect of calcium supplements on risk of myocardial infarction and cardiovascular events: meta-analysis

Bolland MJ, Avenell A, Baron JA, Grey A, MacLennan GS, Gamble GD, Reid IR.

Br Med J 2010;341: c3691

 

OBJECTIVE: To investigate whether calcium supplements increase the risk of cardiovascular events.
DESIGN: Patient level and trial level meta-analyses.
DATA SOURCES: Medline, Embase, and Cochrane Central Register of Controlled Trials (1966-March 2010), reference lists of meta-analyses of calcium supplements, and two clinical trial registries. Initial searches were carried out in November 2007, with electronic database searches repeated in March 2010.
STUDY SELECTION: Eligible studies were randomised, placebo controlled trials of calcium supplements (>or=500 mg/day), with 100 or more participants of mean age more than 40 years and study duration more than one year. The lead authors of eligible trials supplied data. Cardiovascular outcomes were obtained from self reports, hospital admissions, and death certificates.
RESULTS: 15 trials were eligible for inclusion, five with patient level data (8151 participants, median follow-up 3.6 years, interquartile range 2.7-4.3 years) and 11 with trial level data (11 921 participants, mean duration 4.0 years). In the five studies contributing patient level data, 143 people allocated to calcium had a myocardial infarction compared with 111 allocated to placebo (hazard ratio 1.31, 95% confidence interval 1.02 to 1.67, P=0.035). Non-significant increases occurred in the incidence of stroke (1.20, 0.96 to 1.50, P=0.11), the composite end point of myocardial infarction, stroke, or sudden death (1.18, 1.00 to 1.39, P=0.057), and death (1.09, 0.96 to 1.23, P=0.18). The meta-analysis of trial level data showed similar results: 296 people had a myocardial infarction (166 allocated to calcium, 130 to placebo), with an increased incidence of myocardial infarction in those allocated to calcium (pooled relative risk 1.27, 95% confidence interval 1.01 to 1.59, P=0.038).
CONCLUSIONS: Calcium supplements (without coadministered vitamin D) are associated with an increased risk of myocardial infarction. As calcium supplements are widely used these modest increases in risk of cardiovascular disease might translate into a large burden of disease in the population. A reassessment of the role of calcium supplements in the management of osteoporosis is warranted.

 

 

Br Med J 2010;341: c3691

 

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