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L'interleuchina-18 è una citochina pro-infiammatoria che stimola la produzione di interferone-g nei linfociti T. E' già stata indicata da numerosi studi clinici e sperimentali come uno dei principali fattori implicati nella progressione e nella destabilizzazione della placca aterosclerotica e ad essa si attribuisce un ruolo importante nel processo che termina nella rottura della placca, nella formazione del trombo e infine nella sindrome coronarica acuta. Nessuna sorpresa perciò che l'interleuchina-18, misurata nei primi giorni e dopo 4 mesi dalla sindrome coronarica acuta, si sia dimostrata un potente fattore predittivo della morbilità e mortalità cardiovascolare entro un periodo di tempo piuttosto lungo (mediana 7.6 anni), indipendente anche da altri marcatori di infiammazione quali la proteina C reattiva, l'interleuchina-6 ed il fibrinogeno. L'interesse principale nello studio della Hartford e Coll. è quello della dimostrazione di un peso predittivo della interleuchina-18 per la mortalità tardiva per tutte le cause, compresa quella non cardiovascolare. Poiché la maggior parte delle morti non cardiovascolari era sostenuta da tumori, si può ipotizzare un legame tra interleuchina-18 e rischio di cancro, la cui natura deve però essere chiarita.
OBJECTIVE: The aim of this study was to assess the short- and long-term prognostic significance of interleukin-18 (IL-18) levels in patients with acute coronary syndromes (ACS).
METHODS AND RESULTS: In patients hospitalized with ACS (median age, 66 years; 30% females), we evaluated associations of serum IL-18 levels from day 1 (n=1261) with the short- (<3 months) and long-term (median, 7.6 years) risk of death, development of congestive heart failure (CHF), and myocardial infarction (MI). IL-18 was not significantly associated with short-term mortality. In the long term, IL-18 levels were significantly related to all-cause mortality, even after adjustment for clinical confounders (hazard ratio [HR], 1.19; 95% confidence interval, 1.07 to 1.33; P=0.002). Long-term, cardiovascular mortality was univariately related to IL-18, and the adjusted relation between noncardiovascular mortality and IL-18 was highly significant (HR, 1.36; 95% confidence interval, 1.11 to 1.67; P=0.003). IL-18 independently predicted CHF, MI, and cardiovascular death/CHF/MI in both the short and long term. Measurements from day 1 of ACS and 3 months after ACS had a similar power to predict late outcome.
CONCLUSIONS: The addition of the measurement of IL-18 to clinical variables improved the prediction of risk of all-cause and noncardiovascular mortality. The association between IL-18 and noncardiovascular mortality is intriguing and warrants further study.
Arterioscler Thromb Vasc Biol 2010;30:2039-46
Napoli, 26-28 novembre 2023
Rimini,
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