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Anno 14 • N.4/2023
Sergio De Marchi - UOC di Riabilitazione Vascolare - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
E' noto come il processo aterosclerotico sia tipicamente pluridistrettuale. Il coinvolgimento significativo concomitante di distretti come quello carotideo e coronarico espone a rischio aggiuntivo e prognosi peggiore. Steinvil A. e colleghi nel loro studio si sono riproposti di valutare il rapporto fra aterosclerosi coronarica e carotidea in una popolazione di soggetti prevalentemente maschili sottoposti a coronarografia eseguita in elezione.
La presenza di arteriopatia carotidea si è dimostrata correlata con il grado e l'estensione della coronaropatia, con la abitudine tabagica attuale o pregressa, con l'età, il diabete e pregressi eventi cardiaci.
In particolare viene sottolineata la presenza di arteriopatia carotidea più severa in pazienti con coronaropatia di maggior impegno.
I risultati dello studio confermano i dati presenti in letteratura, seppur con qualche differenza nella prevalenza di carotidopatia severa che risulta minore in questo gruppo di pazienti. La sicura forza del lavoro riguarda l'elevata numerosità del campione esaminato (1490 soggetti) che è stato accuratamente selezionato e studiato.
Vi sono tuttavia alcuni limiti che gli autori stessi individuano ed altri che ci sentiamo di sottolineare ulteriormente. La popolazione risulta prevalentemente maschile e selezionata fra coloro che necessitano di coronarografia per sospetta arteriopatia coronarica; tali bias condizionano evidentemente i risultati orientando l'analisi su una popolazione particolare. L'esclusione in gran parte di pazienti asintomatici rende quindi l'analisi in qualche modo distorta ed incompleta. Mi pare inoltre che il mancato bilanciamento per sesso riduca ulteriormente la capacità dei dati di analizzare la situazione reale. L'importante presenza poi di pazienti con angina instabile (40% circa dei casi) conferisce un ulteriore caratterizzazione della popolazione, attribuendo un peso probabilmente significativo ad una sottopopolazione che presenta caratteristiche fisiopatologiche particolari e ove il quadro infiammatorio probabilmente assume caratteri particolari. Più in generale i soggetti anginosi costituiscono oltre il 53% dei casi (ciò imputabile chiaramente ai criteri di arruolamento). La presenza inoltre di un elevato numero di diabetici conferma che questa popolazione presenta un rischio di sviluppare coronaropatia e carotidopatia concomitante. Rimarrebbe da evidenziare se questa sottopopolazione o altre in questo gruppo di pazienti siano maggiormente afflitte da angina instabile o quadri più severi di coronaropatia.
Sarebbero stati utili eventualmente alcuni dati circa il trattamento farmacologico in atto che potrebbero spiegare (almeno in parte) il riscontro di una minor prevalenza rispetto ad altri lavori, di carotidopatia moderata e severa in pazienti con coronaropatia.
Lo studio inoltre esamina sostanzialmente come l'arteriopatia carotidea si "aggrega" alla coronaropatia, uno studio sui predittori che analizzano la concomitanza dell'impegno nei due distretti sarebbe dovuto partire da una popolazione selezionata diversamente, anche se con maggiore difficoltà per l'individuazione di esami non invasivi, e con numeri maggiori.
Gli autori concludono confermando l'attuale generale indicazione a valutare la presenza di arteriopatia carotidea in pazienti ad elevato rischio (fumatori, diabetici, ipertesi, con pregresso evento cerebrovascolare e dislipidemici), analogamente devono essere screenati pazienti con pregressi eventi coronarici o coloro che devono essere sottoposti a rivascolarizzazione endovasale.
Prevalence and predictors of concomitant carotid and coronary artery atherosclerotic disease
Steinvil A, Sadeh B, Arbel Y, Justo D, Belei A, Borenstein N, Banai S, Halkin A.
J Am Coll Cardiol 2011;57:779-83
Bibliografia:
1) Carotid bruits as a prognostic indicator of cardiovascular death and myocardial infarction: a meta-analysis
Pickett CA, Jackson JL, Hemann BA, Atwood JE.
Lancet 2008;371):1587-94
2) Carotid ultrasound assessment of patients with coronary artery disease: a useful index for risk stratification
Komorovsky R, Desideri A.
Vasc Health Risk Manag 2005;1:131-6
3)Relationship between carotid intima-media thickness and the presence and extent of coronary stenosis in type 2 diabetic patients with carotid atherosclerosis but without history of coronary artery disease
Kasami R, Kaneto H, Katakami N, Sumitsuji S, Yamasaki K, Kuroda T, et al
Diabetes Care 2011;34:468-70
4) Indications for carotid screening in patients with coronary artery disease
Aboyans V, Lacroix P.
Presse Med 2009;38:977-86.
5) Carotid plaque compared with intima-media thickness as a predictor of coronary and cerebrovascular disease
Johnsen SH, Mathiesen EB.
Curr Cardiol Rep 2009;11:21-7
Modena, 22-23 Giugno 2023
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