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Sono molti i marcatori non lipidici, soprattutto legati all'infiammazione, che hanno dimostrato di essere predittivi di cardiopatia ischemica, tanto che per alcuni di questi, in particolare la proteina C reattiva ad alta sensibilità è stata proposta l'inclusione negli algoritmi per la stima del rischio. In questo sottostudio del TNT (Treating to New Targets Study) sono stati considerati 18 biomarcatori non lipidici di rischio cardiovascolare e la maggior parte di questi ha subito delle variazioni dopo un anno di trattamento con atorvastatina 10 o 80 mg, senza significative differenze tra i due gruppi di trattamento. Il colesterolo LDL, il colesterolo HDL ed i trigliceridi, che erano naturalmente variati per effetto del trattamento con atorvastatina, hanno conservato un forte potere predittivo nei confronti dei successivi eventi cardiovascolari maggiori. Questo in particolare nel gruppo di trattamento con 10 mg, mentre nel gruppo di trattamento con 80 mg il potere predittivo è stato conservato solo dal colesterolo HDL. La quasi totalità dei marcatori non lipidici misurati dopo un anno di trattamento non è più risultata significativamente associata al rischio di eventi cardiovascolari. Questi dati non negano la validità dei marcatori non lipidici per la stima del rischio, ma suggeriscono che i benefici dell'atorvastatina. in termini di riduzione del rischio, debbano essere attribuiti all'effetto sul quadro lipidico piuttosto che agli effetti pleiotropici sui marcatori non lipidici.
OBJECTIVES: The aim of this study was to investigate the relationship between lipid and nonlipid biomarker levels achieved during statin therapy and the incidence of major cardiovascular events (MCVEs) in patients with stable coronary heart disease (CHD).
BACKGROUND: Several plasma nonlipid biomarkers have been shown to predict MCVEs in population studies.
METHODS: This is a nested case-control study in the TNT (Treating to New Targets) study population, a randomized trial that compared the efficacy of high- (80 mg) versus low-dose (10 mg) atorvastatin for the secondary prevention of CHD. Fasting plasma levels of standard lipids and of 18 nonlipid biomarkers were obtained after an 8-week run-in period on atorvastatin 10 mg and again 1 year after being randomized to 10 or 80 mg atorvastatin in 507 patients who experienced MCVEs during the 4.9 years of study follow-up and in 1,020 control subjects. An MCVE was defined as CHD death; nonfatal, non-procedure-related myocardial infarction; resuscitated cardiac arrest; or fatal or nonfatal stroke.
RESULTS: Low-density lipoprotein cholesterol, high-density lipoprotein cholesterol, and triglycerides were all predictive of recurrent MCVEs (p = 0.009). Concentrations of many of the 18 nonlipid biomarkers were lowered by atorvastatin therapy (independent of dose). However, almost none of the nonlipid biomarker levels, whether measured after the 8-week run-in period or after 1 year of treatment with 10 or 80 mg atorvastatin, were predictive of recurrent MCVEs.
CONCLUSIONS: In patients with stable CHD, atorvastatin improved plasma levels of an expanded panel of nonlipid biomarkers. However, independently of atorvastatin dose, the achieved levels of the vast majority of nonlipid biomarkers did not predict MCVEs. (A Study to Determine the Degree of Additional Reduction in CV Risk in Lowering LDL Below Minimum Target Levels [TNT]; NCT00327691).
J Am Coll Cardiol 2011;57:63-9
Napoli, 26-28 novembre 2023
Rimini,
16-18 aprile 2023
Castelbuono (PA),
14 Novembre 2022
Modena, 7-9 Luglio 2022
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