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L'accumulo di colesterolo nella parete arteriosa dipende da molti fattori e tra questi due svolgono un ruolo prevalente: la concentrazione plasmatica di colesterolo LDL e la durata dell'esposizione del sistema arterioso agli alti livelli di colesterolo LDL. Questi due fattori spiegano in gran parte l'elevato rischio di aterosclerosi precoce nei portatori di ipercolesterolemia familiare che già in epoca prenatale hanno una concentrazione di colesterolo LDL molto alta. Ci si può aspettare che coloro che hanno per tutta la loro vita livelli bassi di colesterolo LDL, abbiano un basso rischio di cardiopatia ischemica. Questo è vero per una rara malattia genetica come l'ipobetalipoproteinemia familiare in cui i valori di colesterolo LDL sono estremamente bassi, ma lo è anche per altre situazioni in cui i livelli di colesterolo LDL non sono così ridotti. E' quanto ha dimostrato il lavoro di Ference e Coll., che hanno studiato i portatori di 9 polimorfismi genetici associati a bassi livelli di LDL. Se i bassi livelli di colesterolo LDL presenti precocemente nel corso della vita riducono il rischio coronarico, ne potrebbe derivare che la terapia ipocolesterolemizzante in coloro che hanno il colesterolo LDL più alto dei valori desiderabili, debba essere iniziata il più precocemente possibile per ridurre il tempo di esposizione a livelli di colesterolo LDL inappropriatamente elevati.
OBJECTIVES: The purpose of this study was to estimate the effect of long-term exposure to lower plasma low-density lipoprotein cholesterol (LDL-C) on the risk of coronary heart disease (CHD).
BACKGROUND: LDL-C is causally related to the risk of CHD. However, the association between long-term exposure to lower LDL-C beginning early in life and the risk of CHD has not been reliably quantified.
METHODS: We conducted a series of meta-analyses to estimate the effect of long-term exposure to lower LDL-C on the risk of CHD mediated by 9 polymorphisms in 6 different genes. We then combined these Mendelian randomization studies in a meta-analysis to obtain a more precise estimate of the effect of long-term exposure to lower LDL-C and compared it with the clinical benefit associated with the same magnitude of LDL-C reduction during treatment with a statin.
RESULTS: All 9 polymorphisms were associated with a highly consistent reduction in the risk of CHD per unit lower LDL-C, with no evidence of heterogeneity of effect (I(2) = 0.0%). In a meta-analysis combining nonoverlapping data from 312,321 participants, naturally random allocation to long-term exposure to lower LDL-C was associated with a 54.5% (95% confidence interval: 48.8% to 59.5%) reduction in the risk of CHD for each mmol/l (38.7 mg/dl) lower LDL-C. This represents a 3-fold greater reduction in the risk of CHD per unit lower LDL-C than that observed during treatment with a statin started later in life (p = 8.43 × 10(-19)).
CONCLUSIONS: Prolonged exposure to lower LDL-C beginning early in life is associated with a substantially greater reduction in the risk of CHD than the current practice of lowering LDL-C beginning later in life.
J Am Coll Cardiol 2012; 60:2631-2639
Modena, 22-23 Giugno 2023
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