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Gli omega-3 hanno effetti favorevoli su aritmie, trigliceridemia, funzione endoteliale, aggregazione piastrinica e infiammazione. Questo è quanto ci dicono molti, anche se non tutti gli studi sull'argomento e questi effetti possono dare una spiegazione razionale all'azione protettiva sugli eventi cardiovascolari, più volte documentata. Più volte, ma non sempre. E proprio recentemente un'accurata meta-analisi di studi controllati ha sollevato dubbi sull'efficacia preventiva della supplementazione con omega-3. I risultati dello studio ORIGIN gettano altra acqua sul fuoco dell'entusiasmo per gli omega-3. Lo studio ha coinvolto oltre 12.500 pazienti con vari stadi di alterazioni del metabolismo glucidico, (iperglicemia a digiuno, ridotta tolleranza glucidica o diabete) con storia di infarto del miocardio, rivascolarizzazione coronarica, angina, proteinuria, ipertrofia ventricolare sinistra, stenosi carotidea >50% o arteriopatia obliterante, tutti elementi che depongono per un elevato rischio cardiovascolare. La metà dei pazienti è stata trattata con 1 g di acidi grassi omega-3 (465 mg di acido eicosapentaenoico e 375 mg di acido docosaesaenoico), l'altra metà con placebo. Alla fine del periodo sperimentale, durato circa 7 anni, tra i due gruppi non si è osservata alcuna differenza significativa nella mortalità per tutte le cause e nella mortalità cardiovascolare.
BACKGROUND: The use of n-3 fatty acids may prevent cardiovascular events in patients with recent myocardial infarction or heart failure. Their effects in patients with (or at risk for) type 2 diabetes mellitus are unknown.
METHODS: In this double-blind study with a 2-by-2 factorial design, we randomly assigned 12,536 patients who were at high risk for cardiovascular events and had impaired fasting glucose, impaired glucose tolerance, or diabetes to receive a 1-g capsule containing at least 900 mg (90% or more) of ethyl esters of n-3 fatty acids or placebo daily and to receive either insulin glargine or standard care. The primary outcome was death from cardiovascular causes. The results of the comparison between n-3 fatty acids and placebo are reported here.
RESULTS: During a median follow up of 6.2 years, the incidence of the primary outcome was not significantly decreased among patients receiving n-3 fatty acids, as compared with those receiving placebo (574 patients [9.1%] vs. 581 patients [9.3%]; hazard ratio, 0.98; 95% confidence interval [CI], 0.87 to 1.10; P=0.72). The use of n-3 fatty acids also had no significant effect on the rates of major vascular events (1034 patients [16.5%] vs. 1017 patients [16.3%]; hazard ratio, 1.01; 95% CI, 0.93 to 1.10; P=0.81), death from any cause (951 [15.1%] vs. 964 [15.4%]; hazard ratio, 0.98; 95% CI, 0.89 to 1.07; P=0.63), or death from arrhythmia (288 [4.6%] vs. 259 [4.1%]; hazard ratio, 1.10; 95% CI, 0.93 to 1.30; P=0.26). Triglyceride levels were reduced by 14.5 mg per deciliter (0.16 mmol per liter) more among patients receiving n-3 fatty acids than among those receiving placebo (P<0.001), without a significant effect on other lipids. Adverse effects were similar in the two groups.
CONCLUSIONS: Daily supplementation with 1 g of n-3 fatty acids did not reduce the rate of cardiovascular events in patients at high risk for cardiovascular events.
Modena, 22-23 Giugno 2023
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